Chiesa Madre
La fondazione della chiesa e del collegio della Compagnia di Gesù viene attribuita a don Antonino Lucchesi, per opera del P. Gaspare Paraninfo da Naro, religioso del medesimo ordine, nel 1619 con il contributo economico anche delle famiglie Gaetani e Bandino, nonché del Comune di Naro, come testimonia l'atto delle diverse donazioni, redatto dal notaio Vincenzo Pagliaro da Naro, ottobre 1619, conservato nell'archivio di stato di Palermo ed accettato dal Rev.do P. Don Panfilio Lambertenghi, Provinciale dei Gesuiti, per istituire e fondare in Naro un collegio di studi diretto dai Padri Gesuiti e secondo il loro metodo, in uno spazio enorme al centro della città, lungo un asse longitudinale, dove le famiglie nobili edificano i loro palazzi, realizzando nel tempo una vera e propria strada, la via Maestra o dei Monasteri, odierna via Dante Alighieri.
In detto collegio venne fondata, infatti, una famosa scuola, florida per più di un secolo, dove si teneva un corso di studi completo per avviare la gioventù, proveniente anche da altre città, ai corsi universitari degli insegnamenti di teologia, grammatica, retorica e filosofia, con una folta schiera di letterati, tanto da essere paragonata per importanza all'Università di Catania, unica allora in Sicilia.Uno degli alunni più illustri fu Bonaventura Attardi, famoso autore del libro "Monachesimo in Sicilia", come viene attestato da documenti esistenti presso la Curia Vescovile e l'Archivio di Stato di Agrigento.La chiesa, dopo la chiusura del Vecchio Duomo, prese il titolo di chiesa Madre. Subì varie modifiche nel 1702, nel 1734 e nel 1763.
Agli inizi del Novecento, la facciata fu rifatta ad opera di Francesco Valenti, che la divise in due ordini, mantenendo l'antico portale, mentre sostituì i due ingressi laterali con due piccole finestre, il rifacimento del finestrone con il balconcino e le finestre laterali dell'ordine superiore.
Originale è la parte superiore del campanile. L'interno è ad impianto longitudinale, simmetrico con transetto e finta cupola. Internamente fu intonacato con ricchi stucchi e pregevoli decorazioni ad opera del rettore P. Carlo Baldone da Naro nel 1734.
Vi si conservano molte opere provenienti dal Vecchio Duomo: il fonte battesimale, recante la data del 1484, di Nardo da Crapanzano; la statua in marmo della Madonna della Catena, opera iniziata nel 1534 da Antonello Gagini, ma finita dal figlio Giacomo nel 1543; una Madonna col Bambino detta della Pace, del secolo XIV, di pregevole fattura, di bottega Gaginesca; un Crocifisso nell'atto di spirare di P. Domenico Di Miceli; diverse tele del Provenzani, fra cui spicca l'Annunciazione (1780), opera che risente dell'influenza del suo maestro Vito D'Anna e resta una delle opere più riuscite dell'artista, (proveniente dal monastero delle Nunziatine o Badia Piccola, per cura dell'arciprete Don Silvestro Cassarino, fu collocata nella chiesa Madre nel 1785, quando la Chiesa ed il Collegio dei Gesuiti furono concessi alle monache benedettine della SS. Annunziata); una Sacra Famiglia, gruppo in marmo di scuola gaginesca. In sacrestia sontuoso "Cascerizzo" del 1725, realizzato dai maestri agrigentini Gabriele Terranova e Giuseppe Cardillicchia.
A destra della chiesa, il Collegio che si articolava intorno ad un ampio chiosco con porticato, del quale oggi rimane soltanto un lato originario ed uno rifatto, con demolizione delle crociere originarie.
Il portale d'ingresso riccamente intagliato nella pietra arenaria assume particolare rilievo per la forma architettonica e la decorazione.