Chiesa San Giovanni Battista
Quasi contemporaneamente ai Gesuiti, ma con minore rilevanza rispetto a loro, arrivarono nel 1610 i Domenicani a Naro, fondando il loro 65° convento con il titolo di San Giovanni Battista, nei magazzini della Compagnia di San Giovanni Battista, vicino alla porta Licata. Nel XVIII secolo, nel 1752, l'edificio fu sottoposto a una ristrutturazione da parte dell'architetto Pietro Mammana di Girgenti, completata nel 1778. In quell'anno, il Priore T. Gaspare Alletti decise di decorare il convento con stucchi, e la chiesa ad unica navata fu ornata con affreschi di Domenico Provenzani, contemporaneamente alla decorazione scultorea. La facciata della chiesa e il prospetto lungo la via Dante, realizzati in tufo arenario, presentano particolari mensole dei balconi nei riquadri delle finestre.
Nel corso dei secoli, l'intero complesso ha subito varie modifiche, come l'abolizione dell'ingresso e della scalinata della chiesa, la trasformazione della stessa in cappella e lo spostamento dell'ingresso del convento. Sull'altare maggiore si trova una pregevole tela intitolata "La predicazione del Battista", una delle opere più belle del Provenzani, che ha apposto la sua firma. Lo stesso altare è opera dello scultore Calogero Vinci da Naro, membro dell'illustre famiglia oriunda di Palma Montechiaro.
Dopo l'espulsione dei Domenicani nel 1866, il convento e la chiesa passarono alla Comunità delle Figlie della Carità dell'Istituto di San Vincenzo de Paoli di Napoli, appartenente alla Casa Madre di Parigi. Questo cambiamento fu promosso da Don Antonio Lauria, Rettore dei Padri del Santissimo Redentore della Casa di Girgenti. L'atto n.175 del 22 aprile 1860, redatto dal notaio Don Giovanni De Francisci, dotava il convento di ricche prebende con la condizione che la Casa fosse intitolata a Maria Immacolata. Ancora oggi, la chiesa ed il convento sono di proprietà dell'Istituto Immacolata Concezione.