Chiesa Santissimo Salvatore

Chiesa Santissimo Salvatore di Naro

La chiesa, con l'annesso convento delle Benedettine, vennero edificati, secondo Fra Saverio, intorno al 1398, anno in cui re Martino, il Giovane e la regina Maria furono a Naro. Nel corso dei secoli subì vari interventi, tra cui la rimaneggiatura nel 1530 con l'ampliamento del convento e il rinnovo della facciata. Nel 1750 si ebbe la costruzione del campanile.
Negli anni '50, il vecchio Monastero delle Benedettine venne demolito per far posto alla scuola elementare "San Giovanni Bosco" con il plesso San Secondo. In origine, il monastero accoglieva donzelle di nobile progenie di Naro e della Comarca. Esso si divideva in due organismi: uno superiore, con ingresso in Largo San Secondo, edificio modesto nel progetto, con balconi in ferro battuto, e uno inferiore, in via Dante, complesso severo ed austero con finestre difese da fitte grate panciute in ferro. Accanto al portone d'ingresso del complesso inferiore, esisteva la "ruota della miseria", in cui venivano abbandonati molti bambini "indesiderati".
Il plesso inferiore poteva essere raggiunto dal plesso superiore tramite una scala intagliata nella roccia, che è ancora esistente. Del fasto antico resta solo un cantonale d'angolo (denominato Quarto Nobile) dalle poderose lesene e con balconi ornati di ricche mensole. L'ultima Badessa fu Donna Antonina Gaetani (1824/1923), nobile naritana.
Rimaneggiata nel 1530 e successivamente rinnovata nei secoli XVI e XVII, la facciata della chiesa presenta un duplice ordine, dei quali quello superiore in pietrame, mai ultimato. Il piano inferiore, il solo completo, è ricco di fastosi intagli tufacei di gusto spagnolesco di mirabile effetto plastico coloristico. Due nicchie con statue di San Benedetto da Norcia e di Santa Scolastica, fondatori dell'Ordine Benedettino, ornano la facciata. Il campanile, tozzo e massiccio, fu costruito nel 1750 ma rimase incompleto.
L'interno della chiesa, ad una sola navata, presenta una ricca decorazione di stucchi e affreschi realizzati nel 1764 da Domenico Provenzani. Tra gli oggetti di valore conservati, si trova un sarcofago di porfido nero del XVII secolo, che racchiude i resti di Giuseppe Lucchesi, Marchese di Delia. Un altro sarcofago di marmo bianco contiene le ceneri del figlio Assuero, morto a 18 anni, ultimo rampollo dei Duchi d'Alagona. La chiesa custodisce anche una Madonna del Rosario in marmo del 1498, conosciuta come la "Madonnina di Trapani", un Crocifisso ligneo settecentesco, una statua settecentesca di San Benedetto di stile rococò e una tardo cinquecentesca di San Eligio.
Nel monastero era conservato il corpo di San Torpedo, donato dalle autorità pontificie alle conventuali. Del convento delle Benedettine è legato un episodio di sangue del 1411, durante le lotte tra la fazione latina e quella catalana. Naro, favorevole a Bianca di Navarra, fu saccheggiata da Bennardo Cabrera, capo della fazione catalana, che si impadronì del castello, trucidò il castellano e fece seppellire viva l'innocente monaca Cannizzaro, badessa del convento.